Edizione 2019 – L’altra faccia della Luna

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A trentasei anni dalla prima edizione del festival “La Macchina dei Sogni”, sentiamo necessario e urgente il recupero della memoria. In un momento storico come il nostro, segnato da mutamenti profondi, in cui tutto sembra appeso a un filo e nel quale aggressività e paura si percepiscono dovunque, per la strada come nei social media e nella politica, noi, come avrebbe detto Pirandello, «restiamo qua tutti a concertare la prova».

Come Cotrone e gli Scalognati, padroni di niente e di tutto, ci rifugiamo nella fantasia, nella poesia e nel sogno, cercando di fare «avvenire anche nella veglia… i sogni, la musica, la preghiera, l’amore».

Sono passati più di 500 anni dalla nascita del Furioso di Ariosto e il poema ci appare quanto mai attuale. Nei canti che lo compongono la follia e l’errare sono due metafore del mondo. Ad Astolfo e al suo Ippogrifo vogliamo affidare il compito di tornare sulla Luna per riportare indietro non solo il senno del paladino Orlando ma anche quello nostro, smarrito nel vortice del nichilismo contemporaneo.

Qualcuno si domanderà: «Ma sulla Luna l’uomo c’è arrivato per davvero, e di ampolle neanche la traccia». È vero! Perché tutto è custodito sull’ “altra faccia della Luna”, quella che gli astronauti, non essendo poeti, non poterono raggiungere.

Associazione Figli d’Arte Cuticchio

Non basta guardare,
occorre guardare con occhi che vogliono vedere,
che credono in quello che vedono.

Galileo Galilei

Non è stato facile scegliere il tema di questa 36esima edizione de “La Macchina dei Sogni”: tante ricorrenze da celebrare e una più significativa dell’altra. 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci, genio universale del Rinascimento, 50 anni da quando l’uomo ha messo piede sulla Luna, 30 anni dalla caduta del muro di Berlino. Inoltre, sentivamo forte il desiderio di trattare un tema drammatico e purtroppo attuale come il femminicidio: la violenza sistematica dell’uomo contro la donna è scandalosa e abnorme, un vero e proprio insulto al principio vitale, un’onda malefica che ci sta sommergendo e che la società civile e le istituzioni dovrebbero fermare con risolutezza, lavorando preventivamente sulle coscienze.

Insomma, decidere è stato molto difficile ma, ancora una volta, sono stati i miei pupi a venirmi in aiuto, ricordandomi che Ariosto, già 500 anni fa, aveva condotto il paladino Astolfo sulla luna proprio per recuperare il senno di Orlando, e “tutto quello che ciascun uomo va perdendo”. Scegliere il tema dell’allunaggio, quindi, significa per me includere in questa scelta anche tutti gli argomenti che ho citato prima.

La Luna descritta da Ariosto è un pianeta speculare alla Terra, con altri laghi, altri fiumi, altre campagne, dove, a differenza del nostro pianeta nel quale ormai dimora solo la follia, si conserva tutta la razionalità. Oggi sappiamo con certezza che sulla Luna non c’è vita; e lo sappiamo dalla notte del 20 giugno 1969, quando, superando la forza di gravità, Neil Armstrong pronunciò la famosa frase “un piccolo passo per un uomo, un grande passo per l’umanità”.

Artisti, scrittori, poeti di ogni nazionalità, hanno descritto e rappresentato la Luna; tra questi non possiamo non ricordare Galileo Galilei. Scienziato, pittore, scrittore e appassionato lettore dei versi ariosteschi, quella sera in cui direzionò il cannocchiale verso la luna, Galileo riconobbe probabilmente lo stesso astro descritto quasi un secolo prima dal suo poeta prediletto e lo tradusse in un disegno: nacque così una Luna con una superficie del tutto simile a quella terrestre, con monti e valli. Nella meraviglia della scoperta, Galileo assunse la missione che un tempo fu del paladino Astolfo. Il nuovo cannocchiale costituì il primo sguardo profondo verso l’universo, una vera svolta destinata a cambiare per sempre il modo di concepire la realtà nella quale viviamo.

Anche noi guarderemo alla Luna con gli occhi del poeta: la vedremo sorgere a Palazzo Riso, elevarsi su Palazzo D’Aumale e infine raggiungere il mio piccolo Teatro dei pupi, dove Astolfo ci aiuterà a comprendere in modo saggio i pregi e i difetti dell’umanità.

Mimmo Cuticchio
Direttore Artistico

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