Repertorio: Classico

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CLASSICO

Gli episodi che la compagnia propone sono numerosissimi. Alcuni seguono dalla nascita alla morte il percorso di un personaggio, nella riproposta del ciclo carolingio, dove ogni episodio è concatenato all’altro. Si tratta in ogni modo di piccoli cicli di quattro o sei serate, drammaturgicamente pensate in modo che ciascun episodio è autonomo e fine a se stesso perché pensati anche per un pubblico occasionale, quale può essere quello di un festival, rassegne o di una programmazione teatrale.
In questi spettacoli la “conservazione” è un valore, l’impegno principale, è contro l’annullamento del ricordo, contro la sparizione e l’omologazione culturale. Di seguito un esempio di un breve ciclo sul paladino Orlando.

L’infanzia di Orlando
Il mito del grande eroe invincibile di Orlando non si limita alla sua maggiore età, quando, come primo paladino di Carlo Magno, compirà le gesta più mirabolanti. La leggenda vuole che sin dalla più tenera età, nonostante la dolorosa lontananza dal padre Milone, abbia fatto vedere di che stoffa era fatto. Lo spettacolo vuole sintetizzare le infinite avventure di Orlando bambino.

Nato in una grotta vicino Sutri, è vissuto per sette anni con la madre Berta in mezzo ai boschi, senza conoscere i banchi di scuola. Infatti andando a raccogliere erbe per portare un po’ di cibo alla madre, uccide un serpente credendolo pesce.

Berta, essendo sorella di Carlo Magno ed essendo stata bandita dal territorio cristiano, quando per amore di Milone fuggì da Parigi, ha paura che il figlio possa svelare a qualcuno le sue origini; ma Orlandino è vivace e curioso e per vendere formaggi e ricotta si sposta fino alla cittadina di Sutri. Presto fa amicizia con un gruppo di giovani popolani che lo invitano a partecipare ad una giostra che ci sarà tra i figli dei poveri e i figli dei nobili.

Orlandino si distingue subito, vince tutti, finanche Oliviero, figlio del governatore Rainiere. Il destino vuole che Carlo Magno, dopo la sua incoronazione a Roma, si ferma alcuni giorni nella cittadina di Sutri. Orlandino non perde l’occasione e riesce con l’astuzia a penetrare nel palazzo.

Gano di Magonza lo vuole fare arrestare ma Carlo Magno, innamoratosi della sua scaltrezza, vuole sapere di chi è figlio e lo fa seguire da due suoi paladini che scoprono la verità.
Carlo incontra la sorella ed il nipote Orlandino, tutti partono per Parigi.

Orlando conquista le armi e la spada Durlindana
Orlando si trova a studiare in seminario e riceve la visita di Astolfo. A lui manifesta il desiderio di andare in Aspromonte a combattere al fianco del padre. Anche Astolfo mostra lo stesso desiderio, allora pensano ad una fuga. Intanto al campo cristiano è notte, i cristiani sconfitti battono la ritirata. Carlo Magno ordina di riunire il consiglio per verificare le perdite subite. Manca Milone, padre di Orlando che viene ucciso da Almonte.

Alla notizia della morte del cognato, Carlo Magno decide di andare a recuperare almeno il corpo di Milone. Nel frattempo al campo cristiano giungono Orlando e Astolfo. Orlando avverte un certo disagio intorno a lui, tutti lo sfuggono, solo Gano gli riferisce che se vuole trovare il padre e Carlo Magno deve raggiungere il bosco. Orlando deve scegliere quale direzione prendere, sarà un angelo a guidarlo nella parte giusta. Intanto Carlo Magno aveva incontrato Almonte, lo sfida a duello ma questi ha le armi incantate, per cui non riesce a batterlo.

Arrivato in quel posto, Orlando, si accorge delle difficoltà dello zio e, approfittando di un attimo di esitazione di Almonte – a cui avevano presagito la morte per causa di un fanciullo – lo spinge dentro una fonte, fino ad annegarlo. Le regole di cavalleria permettono ad Orlando di prendersi le armi, la spada Durlindana e il cavallo del nemico ucciso. Insieme agli altri paladini e tutto l’esercito francese, Orlando e Carlo Magno sconfiggono l’esercito pagano. Adesso possono dare onorata sepoltura al conte Milone D’Anglante.

Il gran duello di Orlando e Rinaldo per amore della bella Angelica
Parigi è minacciata d’assedio ma dalla corte di Carlo Magno si sono allontanati numerosi paladini, che presi d’amore per Angelica si sono messi alla sua ricerca.

Anche Orlando che è il capitan generale e il più valoroso, ha abbandonato la corte, e a re Carlo non rimane che affidare a Rinaldo il comando dell’armata francese.

Seguono battaglie, fughe, scontri con esseri fantastici. Anche Rinaldo finisce per trascurare il dovere e, infiammatosi d’amore per Angelica, la contende ad Orlando. I due paladini si sfidano a duello, si sarebbero sicuramente uccisi a vicenda se a dividerli non fosse intervenuto il mago Malagigi…

La pazzia di Orlando
Quando Orlando scopre che Angelica si è innamorata di un altro uomo, e per di più non di un guerriero ma di un semplice soldato, impazzisce. La sua pazzia è una furia violenta, che non lascia intravvedere alcuna possibilità di rinsavimento. Soltanto l’intervento del soprannaturale potrà guarirlo dall’incantesimo d’amore e dalla gelosia.

Agramante d’Africa porta la guerra a Carlo Magno. Cristiani e Saraceni si scontrano sotto le mura della città di Parigi. Cloridano e Medoro, per recuperare il corpo del loro Re Dardanello, si spingono nottetempo n sotto le mura della città ma vengono assaliti da un drappello di cristiani, che uccidono Cloridano e feriscono gravemente Medoro. Intanto Angelica, nel tentativo di allontanarsi dalla Francia, giunge nel campo dove si è appena tenuto il combattimento e lì, tra i cadaveri, ode un lamento.

Foto © Marco Caselli Nirmal
Foto © Marco Caselli Nirmal

Ad essere gravemente ferito è Medoro, che era andato a cercare il corpo del Re Dardanello per dargli onorata sepoltura. Angelica lo soccorre e si innamora perdutamente di lui. Medoro guarisce e i due vivono una bellissima storia d’amore. Nel frattempo Orlando vaga per campagne e monti in cerca di Angelica. A un certo punto, scorge alcune scritte incise nella corteccia degli alberi che rivelano il grande amore tra Angelica e Medoro. Il dolore per il tradimento della sua amata è tale che il paladino impazzisce e distrugge tutto ciò che incontra.
Intanto Astolfo, che aveva deciso di cercare Orlando, si trova nel mezzo di un incanto. Condotto dall’Ippogrifo sulla Luna, incontra San Giovanni che gli mostra dove sono custoditi i senni di tutti uomini e dunque anche quello di Orlando. Spetta a lui il compito di prelevare il senno del grande paladino e riportarlo sulla terra.

La morte di Orlando
Il titolo ci riporta subito al noto poema cavalleresco La Canzone di Orlando del presunto Turoldo, dove si racconta della disfatta dell’esercito di Carlo Magno guidato da Orlando nel passo dei Pirenei a Roncisvalle.
Carlo Magno riunisce il Consiglio dei Paladini per ricordare la morte di Rinaldo. Astolfo rimprovera Orlando per non avere ancora esaudito il suo giuramento, quello di non unirsi in letto coniugale con la moglie Alda La Bella se prima non l’avrà incoronata regina di Spagna.

Orlando aveva fatto questo giuramento per porre fine alle continue incursioni degli spagnoli verso la Francia. Il primo paladino, offeso e risentito vuole mantenere la promessa e la partenza sarebbe avvenuta subito, se non fosse stato per Gano di Magonza, che rasserenando gli animi di tutti i paladini, consiglia invece Carlo di mandare un ambasciatore a Re Marsilio per chiedergli di consegnare bonariamente ad Orlando la corona di Spagna, in cambio della quale potranno tenersi il regno di Granata. Così facendo si sarebbe evitato tanto spargimento di sangue.

Sarà scelto lui stesso come ambasciatore e ogni infimo tradimento di Gano si realizzerà perché i paladini soltanto verranno inviati nella Gola di Roncisvalle dove combatteranno la loro ultima battaglia.