L’Opera dei Pupi è il teatro delle marionette siciliane. I pupi, così come li vediamo oggi, nascono nell’Ottocento. I personaggi si riconoscono dall’espressività dei volti, dalla foggia dell’armatura in rame o in ottone e dall’emblema che portano sulla corazza e sullo scudo. Ciascun personaggio ha un colore che lo contraddistingue sia nella “faroncina” sia nel pennacchio.
Il genere che raccontano è quello cavalleresco: dai Reali di Francia all’Orlando Innamorato, all’Orlando Furioso e dalle guerre contro i mori di Spagna alla Rotta di Roncisvalle.
I soggetti messi in scena con il teatro dei pupi esaudivano pienamente le attese popolari che avevano bisogno di riscattare la propria subalternità mediante la proiezione e l’identificazione di se stessi con eroi che potessero risolvere con il mito le contraddizioni tipiche delle società stratificate, dove le classi popolari devono superare un quotidiano a rischio continuo di sopravvivenza.
Il coraggio, la lealtà, l’amicizia erano elementi che si trovavano realizzati nel migliore dei modi nell’epopea cavalleresca dell’opera dei pupi. Il pubblico aveva la consapevolezza di condividere un sapere importante che diveniva un paradigma comportamentale usato per classificare fatti e persone.
L’opera dei pupi assume quali modelli “la danza con le spade” e il “cunto” del contastorie, da cui l’opera ha tratto i suoi temi. Il movimento ritmato della danza con le spade evoca la battaglia che ritroviamo nei “Maggi Epici” dove i soggetti cavallereschi attivano l’eterno conflitto tra bene e male, tra amici e nemici.
Si è parlato di discendenza dell’opera dei pupi dai marionettisti siracusani che al tempo di Socrate esercitavano il mestiere a Siracusa. Naturalmente i pupi erano diversi da come sono oggi. I personaggi armati, così come ci sono arrivati a noi, sono datati nei primi anni dell’Ottocento ed il primato di questa innovazione, per quanto riguarda la Sicilia Occidentale, è conteso tra Don Gaetano Greco e da Don Liberto Canino.
Sin dall’inizio dell’Ottocento nei Teatrini dell’Opera dei Pupi si distinguono quattro differenti tipologie di recitazione, manovra, combattimento e messa in scena appartenenti alle famiglie dei Greco, Canino, Pernice e Giarratano. La storia della famiglia Cuticchio è legata a quella di Don Gaetano Greco, attivo a Palermo dal 1813 al 1874.
Giacomo Cuticchio nasce a Palermo il 6 marzo 1917 e, fin da bambino, frequenta il teatro di Don Achille Greco e dei figli Ermenegildo e Alessandro.
Nel 1933, apre il suo primo teatro di pupi a Palermo in via Aloisio Juvara, per diventare oprante camminante a partire dal 1943 spostandosi nelle province di Palermo, Enna, Caltanissetta, Agrigento e Trapani dove rappresenterà il ciclo della Storia dei Paladini di Francia ed altre serate speciali dedicati a santi, briganti e ai drammi shakspeariani. In questo girovagare di Giacomo e della moglie Pina Patti, nascono sette figli che collaboreranno alla quotidiana vita teatrale.
Nel 1969, Giacomo Cuticchio torna a Palermo e impianta l’ultimo suo teatro chiamandolo “Ippogrifo”, nel quale opererà fino alla sua morte avvenuta il 16 ottobre 1985.