La Macchina dei Sogni 2016
 
Presentazione

L'immanenza della macchina e la trascendenza del sogno

Esistono popoli la cui storia si annida tra le maglie della tradizione. E la tradizione è cosa diversa dalle tradizioni. Mentre queste ultime sono i fatti tramandati ed emanati da tale cultura, la tradizione ne è lo spirito transpersonale, la caratura culturale della comunità e della sua storia.

Accade così che i greci, sbarcati sull’isola, iniettassero nel sangue di siculi e sicani il racconto del mito attraverso la metrica. Parole spezzate e scandite dal ritmo dionisiaco. Accadde poi che tale ‘danza della voce’ trovasse nei secoli altre storie e rinascesse nel cuore pulsante dell’isola, il suo popolo, attraverso gesta di eroi nuovi.
Sormontato da cotanta tradizione, che come per molte cose in Sicilia è un palinsesto sincretico ed organico di culture, il cuntista regge sulle sue solide spalle il peso di parole antiche e di performances mesmeriche.
Non è un caso che altrove, dove la storia dei miti è stata per millenni raccontata attraverso il canto e la danza, esistano al contempo versioni figurate dei medesimi riti drammaturgici.
In Kerala il Koodiyattam ed il Katakali, racconti che trovano punti d’incontro con l’antico rito degli Dei (Theyyam), hanno corrispettivi nel teatro omonimo delle marionette, così come nel surreale spettacolo rituale del Tolpava Koothu (teatro delle ombre della giungla).
In Giappone il , e più tardi il Kabuki, il cui rito dello specchio nel Kagami-no-ma ricorda da vicino proprio il riconoscimento allo specchio del Dio nel Teyyam indiano, trova ulteriore conferma di tale rapporto tra attore e Uber-marionette nel Bunraku.
Il passaggio dal  dromenon  al drama segnò una delle cifre più consistenti dello iato tra rito e teatro  attraverso  la concezione dello spazio scenico,  dal cerchio ierofanico (un luogo della partecipazione rituale e dello svelamento del sacro) al theatron (il luogo da cui guardo). Non stupisce dunque che sia stato uno degli scenografi più influenti del teatro occidentale Edward Gordon Craig a dichiarare che la perfezione attoriale sta nell’artificio, ovvero nella rappresentazione umana incarnata dalla marionetta. Concezione celebre, e forse provocatoria vista la sua passione per l’attrice Eleonora Duse, ripresa da un altro grande del Novecento Taddeusz Kantor, che vedeva nella marionetta ‘il modello ideale per l’attore’.
A Palermo ed in Sicilia, terra ricca di tradizione di teatro di figura, abbiamo la fortuna di avere alcuni pilastri che tale tradizione trasmettono e reinterpretano. Moderni Colapesce che sorreggono il peso di antichi gesti drammaturgici ed antiche gesta umane, di cui Mimmo Cuticchio è uno dei più sommi rappresentanti.
Cuticchio è stato dichiarato cittadino onorario di Palermo proprio per aver saputo esprimere nella sua attività quella che è, e vorremmo che sempre più fosse, la cifra culturale della nostra città: coniugare radici ed ali, evitando al contempo il soffocamento da radici e la volubilità di ali senza solido ancoraggio.
Anche quest’anno dunque Palermo avrà la sua ‘Macchina dei Sogni’, ed a trentatrè anni dalla sua nascita, all’interno dei festeggiamenti per il centenario di Giuseppe Pitrè, la trascendenza del sogno vedrà nuovamente la luce nell’immanenza delle sue ‘figure’.

Leoluca Orlando
Sindaco di Palermo
Andrea Cusumano
Assessore alla Cultura
 
Ricordando Pitrè

Rispettando la propria vocazione, ancora una volta “La Macchina dei Sogni” si propone come una festa all’interno della quale il teatro di figura, la narrazione e la musica si incontrano in un rituale collettivo, che trasforma pubblico e teatranti in un unico popolo in festa.

Il progetto della 33esima edizione, concepito per il secondo anno consecutivo quale omaggio a Giuseppe Pitrè nel centenario della sua morte, è pensato in un luogo che ha un forte legame con il grande etnografo. Lo scorso anno avevamo allestito la “Macchina” al Museo Etnografico che porta il suo nome e che custodisce tutto ciò che Pitrè aveva raccolto durante la sua esistenza; quest’anno ci spostiamo a Piazza Sant’Oliva, dove ha sede la casa in cui lo studioso ha vissuto e dato impulso, ordine e metodo alle sue ricerche, che abbracciano la totalità dei fenomeni folcloristici siciliani, dai canti ai cunti, dai giochi alle feste popolari, dai proverbi agli indovinelli.

In una ricorrenza così importante, ricordare Pitrè è un atto doveroso, un impegno verso la memoria più autentica della città di Palermo, profondamente influenzata ancora oggi da un tessuto teatrale e popolare tanto vivo quanto necessario. E poi – diciamo la verità – per noi che ci occupiamo da sempre di pupi e cunti, non è stato difficile pensare a Pitrè per la nostra “Macchina dei Sogni”; piuttosto è stato complicato realizzare il progetto originario senza snaturarlo o mortificarlo, considerate le esigue somme in bilancio.
I numerosi spettacoli in programma, le mostre, le scenografie, le luminarie e l’arredo urbano sono strettamente legati ai temi del Pitrè e al periodo in cui egli visse. Le rappresentazioni, i canti, i cunti, persino i giochi dei fanciulli, sono un segno tangibile di alcune parti dello sterminato universo popolare che Giuseppe Pitrè documentò nei venticinque volumi della Biblioteca delle tradizioni popolari, dove le diverse sezioni abbracciano la totalità dei fatti folcloristici siciliani e dove un posto di rilievo occupano l’opera dei pupi e il cunto.
Una mostra sul teatro popolare, più ampia e approfondita rispetto a quella dello scorso anno, coinvolge docenti e studenti dell’Accademia di Belle Arti di Palermo, che rendono visibile uno studio iniziato due anni fa sulle fiere e i teatri di legno (Casotti) costruiti nel Settecento alle porte della città, rifugio per gruppi itineranti di uomini i cui mestieri, pur non appartenendo alla cultura dominante né alla cultura subalterna, assorbirono le forme di entrambe.
Insieme a questa mostra, segnaliamo l’installazione Luminarie dei sogni, opera di sei giovani artisti provenienti dalle scuole di scenografia e di scultura dell’Accademia di Belle Arti, collocata sul prospetto della casa in cui visse e morì Giuseppe Pitrè.
Nel programma delle attività e tra le collaborazioni non poteva mancare la presenza di quei mestieri che Pitrè documentò nella sua straordinaria raccolta e che ancora oggi vivono di nuova luce.

“La Macchina dei Sogni” è da sempre occasione di incontro e dibattito tra pubblico, artisti e studiosi. Anche quest’anno è prevista la presenza di numerose personalità che a vario titolo si occupano da diversi anni di teatro di figura: Valentina Venturini (Università di Roma Tre), Veronica Olmi (presidente UNIMA Italia), Stefano Giunchi (regista di teatro di burattini), Piero Corbella (Grupporiani – Compagnia Colla di Milano), Bruno Leone (guarattellaro di Napoli), Roberta Colombo (Teatro del Drago di Ravenna), Paolo Comentale (Casa di Pulcinella di Bari), Enrico Spinelli (Pupi di Stac di Firenze), le compagnie palermitane di teatro di figura.
Alla loro presenza “La Macchina dei Sogni” presenterà il progetto del “Centro di Teatro di Figura Nazionale”, che si costituisce a Palermo su nostra iniziativa. La sua nascita può dare un contributo di grande rilevanza nel contesto delle recenti riforme ministeriali. Il Centro viene alla luce dalle viscere e dal cuore de “La Macchina dei Sogni”, con l’intento di stimolare e sviluppare una Rete di informazioni e collaborazioni con il contributo di tutte le realtà attive nel Teatro di Figura. Una Rete, si sa, non ha bisogno di una gerarchia, ha però bisogno di discussione, di intelligenze, di condivisione di programmi, di strategie. La grande battaglia per l’identità e per la dignità del settore l’abbiamo ormai dietro le spalle. Ora è il tempo della qualità dei progetti, dell’affermazione di una prospettiva per il futuro.

Mimmo Cuticchio

 
La Macchina dei Sogni 33ª edizione • Ricordando Pitrè
Direzione Artistica
Mimmo Cuticchio

Responsabile luci
Vincenzo Cannioto

Service luci e audio
Werter Bottino

Illustrazioni
Tania Giordano

Progetto grafico
Mela Dell'Erba

Ufficio stampa
Simonetta Trovato

Documentazione fotografica
Costanza Arena e Roberto Salvaggio

Collaborazione all'organizzazione
Federica Amoroso, Giacomo Cuticchio, Nino Cuticchio, Mimma Giordano, Tania Giordano, Heidi Mancino, Rosalia Riccobono, Emanuele Romanelli, Elisa Sciortino

Organizzazione generale
Elisa Puleo



Si ringrazia la Società Mondello Italo Belga per avere gentilmente concesso le storiche cabine di Mondello.
Mostre
Viva Pitrè, Luminarie dei Sogni

Cura allestimento, mostre e installazioni
Fabrizio Lupo

Collaborazione progetto allestimenti
Alessia D'Amico

Progetti speciali
Oprante
a cura di Vincenza Di Vita

Giochi per i fanciulli
a cura di Giovanni Guarino

Installazioni luminarie
Manuel Luminarie Artistiche

Locandina La Macchina Dei Sogni 2014
Locandina >
Programma in PDF (3,5 MB) >
Compagnie
Associazione Figli d'Arte Cuticchio, Associazione Tavola Tonda, Atelier La Lucciola, Bruno Leone, Giuseppe Di Bella ed Enrico Coppola, Stefano Giunchi, Fratelli Mancuso, Cesare Maschi, Ambrogio Sparagna e i solisti dell'Orchestra Popolare Italiana, Pupi di Stac, Teatro delle Beffe, Teatro del Drago, Teatro degli Spiriti

Narratori
Salvino Calatabiano, Tiziana Cuticchio, Giovanni Guarino, Cesare Maschi, Isabella Messina

Artigiani
Stefano Canzoneri, Gabriella Carlino, Nino Cuticchio, Rocco Di Cara, Rosi Di Gaetano, Gianfranco Di Miceli, Chiara Lo Galbo, Carmelo Giuè, Filippo Grillo, Marco Guttilla, Grazia Inserillo, Emanuele e Francesco Salamanca, Luigi Schiavo, Giuseppe e Guglielmo Vitrano

OPRANTE - Rivista de La Macchina dei Sogni
La rivista "OPRANTE" >


Associazione Culturale Figli d'Arte Cuticchio