PALERMO, SETTEMBRE – OTTOBRE 2022

L’OPERA DEI PUPI, il primo teatro

Laboratorio pratico sul Teatro dei Pupi
diretto da Mimmo Cuticchio

laboratorio opera dei pupi

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine
e sociale, che, limatando di fatto la libertà e
l’aguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della
persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori
all’organizzazione política, economica e sociale del Paese.
Costituzione italiana, art. 3

DOVE

Castello di Maredolce
A Brancaccio si staglia alto e maestoso il Castello di Maredolce. Fu costruito probabilmente da un emiro Islamico ai piedi del monte Grifone, successivamente divenne una residenza normanna. A lungo è rimasto in stato di abbandono. Da qalche anno la Regione ha iniziato il restauro per restituirlo alla collettività.

Stand Florio
Nel quartiere di Romagnolo. Simbolo della Belle Époque, ex casina di caccia dell’aristocrazia cittadina, è il luogo ideale per le attività culturali: spettacoli, incontri. presentazioni, mostre.

Antiche Fornaci Maiorana
Nel quartiere Acquasanta sono testimonianza storica di una delle attività produttive più significative della città. Sono un complesso industriale che i proprietari hanno salvato dal sicuro degrado, mettendolo in sicurezza e organizzandovi attività di carattere culturale e ricreativo.

Parco Villa Pantelleria
Situato nella Piana dei Colli, fu creato come residenza estiva dell’aristocrazia palermitana. Oggi è sede di attività culturali programmate e gestite dall’Associazione Il Teatro per la Libertà e dall’Associazione Parco Villa Pantelleria.

QUANDO

mar. 27, mer. 28, gio. 29 settembre
Castello di Maredolce (Via Giafar)

mar. 4, mer. 5, gio.6 ottobre:
Stand Florio (Via Messina Marine, 40)

mar. 11, mer. 12, gio. 13 ottobre
Antiche Fornaci Maiorana (Via Cardianle Mariano Rampolla, 68)

mar. 18, mer. 19, gio. 20 ottobre
Parco Villa Pantelleria (Vicolo Pantelleria, 70)

Tutti i laboratori si tengono dalle 15.30 alle 18.30.

INFO E PRENOTAZIONI

Associazione Figli d’Arte Cuticchio
Via Bara all’Olivella 95/48/40, 90133 Palermo (Italia)
Tel. +39 091323400 – Email pupi@figlidartecuticchio.com

PREMESSA

Questo Laboratorio nasce come risposta al recente bando del Ministero della Cultura dedicato alla riqualificazione delle periferie. Attraverso la musica, la danza, il teatro, si vuole colmare l’annoso divario tra quartieri centrali e aree metropolitane che, per offrire pari opportunità di crescita a di sviluppo a tutti i cittadini, giovani e meno giovani.
Sono migliaia i palermitani e le palermitane che vivono in quartieri scollegati dai centri urbani. In molti casi si tratta di famiglie vulnerabili sotto vani punti di vista: dalla disponibilità di risorse economiche alle opportunità di studio e lavoro per i giovani. Le profonde diseguaglianze territoriali incidono sullo sviluppo e il benessere soprattutto dei più giovani, generando una “ingiustizia generazionale” fin dalla più tenera età, con il paradosso che proprio nelle aree dove si concentra la povertà e il disagio minorile, la rete dei servizi socio-educativi – che dovrebbe essere più solida – è estremamente debole.
Il processo di marginalizzazione delle perifere palermitane risale al progressivo spopolamento del centro storico cominciato quando – già a partire dagli anni ’70 – in nome di una selvaggia ricostruzione e modernizzazione furono spostate intere masse di popolazione, appartenenti al ceto sociale medio-basso, verso le case popolari dei quartieri ZEN, CEP, Falsomiele, Brancaccio, Borgo Nuovo, Borgo Ulivia in anonimi casermoni costruiti in mezzo al deserto.
Porzioni di città che in questo scritenato sradicamento hanno smarito il proprio dialetto, la propria storia, la propria cultura, le proprie abitudini, il senso della comunità in nome di un presunto progresso civilizzatore.
Progressivamente, la città ha perso il suo rapporto col mare, subendo trasformazioni irreversibili sotto la spinta di una espansione urbanistica incontrollata, passata alla storia come il “sacco di Palermo”.
Questo scombussolamento culturale ha travolto anche il Teatro dei pupi. Fino agli anni ’50, nel centro storico e subito fuori le mura, lavoravano molti opranti e un’infinità di maestranze ad essi collegate: stagnini, sbalzatori di metalli, pittori, scultori, intagliatori, sarti, che dedicavano la loro vita a questa particolare attività nata in Sicilia tra la seconda metà del XIX secolo e la prima metà del XX.
Fino agli anni ’60, operavano Tano Meli a Sferracavallo, Paolo Galuzzo a Pallavicino, Giovannino Lo Nardo all’Acquasanta, Giacomo Cuticchio, che prima di aprire il suo teatro in Vicolo Ragusi aveva lavorato a Falsomiele, Cruillas, Brancaccio, Borgo Nuovo. Nei quartieri del centro storico resistevano Francesco Scafani, Giuseppe Argento, Antonino Mancuso, Peppino Amante e lo stesso Giacomo Cuticchio, rispettivamente al Capo, alla Marina, al Borgo Vecchio, all’Albergheria, ai Quattro Canti di Città. Ma le condizioni erano ormai cambiate, gli spettatori diminuivano sempre di più, l’Opera dei pupi, senza alcun sostegno e senza il suo pubblico tradizionale, si trovò ad affrontare una delle crisi più dure della propra storia. I figli degli opranti si diressero verso altri lavori, l’Opera dei pupi cadde nell’oblio.
La storia di Mimmo Cuticchio l’abbiamo raccontata tante volte: la sua sopravvivenza e la sua resistenza si devono, da un lato alla consapevolezza che l’Opera dei pupi non poteva finire, dall’altro alla convinzione che il suo teatro poteva rinascere, rifondando un nuovo pubblico che Cuticchio trovò soprattutto nelle scuole e, contemporaneamente, nelle tournée che ebbe il coraggio di affrontare in giro per il mondo.

IL LABORATORIO

Il Laboratorio L’Opera dei pupi – il primo teatro, diretto da Mimmo Cuticchio, ha lo scopo di mantenere vivi i principi della tradizione, recuperando quelle tecniche, visibili e invisibili, gli usi e le pratiche che, sin dalle origini, sono vita quotidiana di questo teatro e che le vicende di cui si è detto nella premessa, hanno quasi del tutto cancellato dalla memoria collettiva.
Punto focale del progetto è dunque il coinvolgimento dei cittadini di tutte le età, per dimostrare loro che il Teatro dei pupi è un teatro vivo, che l’Opra è un linguaggio che aiuta a riflettere sull’attualità, ad elaborare temi e pensieri che ci aiutano a comprendere la complessità del contemporaneo. Lo faremo incrociando l’opera di Gianni Rodari, le sue fiabe senza tempo ricche di ideali di libertà, uguaglianza, solidarietà. Il nostro intento e di dimostrare che il Teatro dei pupi è un mezzo con il quale può maturare, tanto negli adulti quanto nei bambini, un giudizio critico e teorico pur mantenendo centrali la fantasia e la creatività.
Le quattro fiabe di Rodari sono Il vestito nuovo dell’imperatore, riscrittura della celebre fiaba di Andersen, Il tamburino magico, Marionette in libertà e La sirena di Palermo.
Venti cittadini senza limiti di genere e di provenienza sociale, purché maggiorenni, attraverso l’uso dei pupi, creeranno una polifonia di movimenti che darà vita a un dialogo tra più elementi e linguaggi, trovando connessioni con il contesto culturale, il territorio, le comunità, le istituzioni, Lo spinto del progetto si basa sul principio della collaborazione attiva, sul partenariato, in relazione all’identità del territorio e dei luoghi in cui si svolgerà il laboratorio, dove i pupi diventano soggetti capaci di affrontare temi dal valore universale che, come in tutte le fiabe, sono presenti anche in questi racconti.

L’OPERA DEI PUPI, il primo teatro

Associazione
Figli d’Arte Cuticchio

Direzione artistica
Mimmo Cuticchio

Manovra e gestualità
Mimmo Cuticchio
Tania Giordano

Giuseppe Graffeo

Commento musicale
Emilio Ajovalasit

Diario di bordo
Giorgio Vasta

Ufficio stampa
Giulia Giallombardo
Angela Mannino

Fotografo di scena
Alessandro D’Amico

Partner del progetto
Le Vie dei Tesori

Progetto grafico
Mela Dell’Erba

Illustrazione
Tania Giordano

Web Design
Valerio Bellone

Pupi ed altri elementi scenici sono stati realizzati nei laboratori dell’Associzione Figli d’Arte Cuticchio.