Via alla homepage Associazione Culturale Figli d'Arte Cuticchio
 
2 - 3 - 4 agosto 2012
ore 18,30
Parco archeologico di Selinunte
Ministero per i Beni e le Attività Culturali Regione Siciliana Città di Castelvetrano
Regione Siciliana Beni Culturali Rai 3
Ventinovesima edizione
Racconti figurati tra le rovine di Selinunte
Presentazione Gli artisti
 
Presentazione

Regia
MIMMO CUTICCHIO

Assistente alla regia
HEIDI MANCINO

Ideazione degli allestimenti e installazioni scenografiche
TANIA GIORDANO

Scenografi realizzatori
SERENA BOCCANEGRA, TANIA GIORDANO

Macchinista
ROSARIO MANGIAPANE

Segreteria
MIMMA GIORDANO, GIUSY PARISI, GIUSEPPE GRAFFEO

Documentazione fotografica
GIULIO AZZARELLO

Documentazione video
CHIARA ANDRICK

Progetto grafico e impaginazione
MELA DELL'ERBA

Collaborazione ai testi e alla comunicazione
ROBERTO GIAMBRONE

Ufficio stampa
SIMONETTA TROVATO

Organizzazione generale
ELISA PULEO
 

La ventinovesima edizione de La Macchina dei Sogni, il festival di teatro di figura e narrazione diretto da Mimmo Cuticchio, si svolgerà tra fine luglio e i primi di agosto nel magnifico ed evocativo scenario del Parco Archeologico di Selinunte. Il progetto, intitolato Racconti figurati tra le rovine di Selinunte, proporrà un connubio originale fra la forma epica greca e l’oralità del cunto.

Il sito archeologico di Selinunte, uno dei più importanti al mondo, diventa scenario e motivo di ispirazione drammaturgica, coinvolgendo pubblico e artisti in un evento itinerante di grande suggestione visiva e di forte impatto espressivo. L’intento di Mimmo Cuticchio, che coinvolgerà, in un mosaico di narrazioni, attori, musicisti, narratori e allievi di un laboratorio che prenderà il via a Selinunte il prossimo 25 luglio, è quello di legare l’epopea classica, i temi e la forza narrativa dell’Iliade – testo fondante per la cultura occidentale – alle problematiche dei nostri giorni, avendo come comune denominatore geografico e simbolico, il grande bacino del Mediterraneo, culla della nostra civiltà e, oggi, territorio di drammatici conflitti così come laboratorio di progetti e speranze per il futuro.

Con l’intento di far conoscere meglio lo straordinario scenario offerto dai ruderi del Parco archeologico, sia sul profilo ambientale sia sul piano simbolico, il pubblico assisterà alle azioni teatrali da diverse prospettive, nel rispetto assoluto del tempio e della sua storia.
Tra le sue colonne, il basamento e i massi, si realizzerà un vero e proprio “arsenale delle apparizioni”. In questo progetto, concepito come evento unico per Selinunte, Mimmo Cuticchio assieme ai numerosi artisti, ai suoi pupi, rappresenterà e attualizzerà un pezzo importante della nostra storia.

Locandina La Macchina Dei Sogni 2012
scarica la locandina

I Racconti figurati tra le rovine di Selinunte vivranno nelle voci e nei gesti degli attori-narratori, ma anche, come sottolinea il titolo di questo evento, nelle figurazioni scenografiche, nelle installazioni che restituiranno, a loro volta, la complessità di una vicenda nella quale simboli, immagini e parole sono fortemente intrecciati tra loro.
In tal senso, il percorso scenografico, che si sviluppa nei diversi siti dello spettacolo, dal viale d’ingresso al parco archeologico fino agli spazi del Tempio, tesse una sorta di tela il cui ordito sono alcune figure mitologiche come il Minotauro e il cavallo, ed elementi simbolici appartenenti all’immaginario comune, come la nave, il mare, il filo e la spirale. Il tutto realizzato artigianalmente con materiali “poveri” come la carta, le canne, la corda, il legno, i colori e le stoffe di diverso tipo.
All’interno di queste “trame”, si inserisce un altro racconto visivo. Una mostra di immagini delle  precedenti edizioni de “La Macchina dei Sogni” che ci consente di rintracciare una continuità progettuale in tutti questi anni.

La Macchina dei Sogni, riconosciuta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Dipartimento dello Spettacolo come Festival di interesse nazionale, avrà anche quest’anno il patrocinio di Rai Radiotre, che registrerà tutti gli avvenimenti e realizzerà dirette radiofoniche con giornalisti, studiosi e altre personalità coinvolte nel Festival, coordinate da Marino Sinibaldi, direttore di Radiotre.

Associazione Figli d’Arte Cuticchio

Tra i ruderi fioriscono i racconti

La ventinovesima edizione de  “La Macchina dei Sogni” si concentra su un unico evento, che possiamo considerare un articolato mosaico con molte tessere. Nel sito archeologico di Selinunte, tra i più grandi e importanti del mondo, che si estende fino alle cave di Cusa, nell’antica città distrutta dai Cartaginesi, inviteremo il pubblico ad un viaggio singolare, accompagnandolo con una narrazione che intende stimolare una fantasia nuova.
Grazie alla sensibilità di Caterina Greco direttrice del Parco Archeologico di Selinunte e alla sua passione per la storia dell’archeologia, abbiamo potuto immaginare questo viaggio.
Questo immenso patrimonio archeologico vive di una bellezza propria, che in un certo senso non ha bisogno di alcun commento e che trasmette immancabilmente emozioni e riflessioni. Noi, con l’ausilio dell’incanto teatrale, accompagneremo gli spettatori in un viaggio nella storia e nel mito, con la complicità della magia di questo luogo.
I templi sono legati agli dei, come le chiese ai santi, allora immaginiamo che a parlare siano gli stessi dei. Gli dei che raccontano le vicende che hanno portato alla disfatta di Selinunte. Gli attori si materializzano tra i ruderi per accompagnare gli spettatori in una narrazione itinerante, che prenderà il via nel sentiero che introduce al Parco, e proseguirà intorno alle rovine del tempio “G”.
La storia che racconteremo è vissuta da uomini e dei. I primi saranno interpretati dai pupi, i secondi dagli attori. 
All’ingresso del Parco e lungo il percorso che conduce ai templi, ci saranno alcune installazioni, realizzate con materiali ed elementi naturali, che rappresentano simboli e figure mitologiche e che trascineranno gli spettatori nella dimensione del racconto.
La fonte principale per i nostri racconti sarà l’Iliade, una delle narrazioni più complete della nostra tradizione. Attori e pupi  appariranno tra le rovine, portando le testimonianze, di Achille, Agamennone, Priamo, Ecuba, Elena, Menelao… così come gli dei Atena, Teti, Apollo, Era, Vulcano… Io sarò il narratore-guida che a conclusione racconterà la distruzione di Troia e quella di Selinunte. La prima dea a uscire dal tempio sarà Era, interpretata dall’attrice Paola Pace, che accoglierà il pubblico davanti al tempio “E”.
Alla fine del nostro racconto, dove i tamburi di Alfio Antico e i flauti di Mario Crispi avranno un ruolo importante, gli dei si ritireranno, mentre gli spettatori, sulla via del ritorno, assisteranno a una installazione che avrà per protagonista Poseidone.
In sostanza cercheremo, con i nostri racconti, di mettere in evidenza alcuni dei  motivi che hanno portato alla distruzione della città di Ilio e di Selinunte, che è anche metafora della disfatta degli dei, ormai decaduti e impotenti. È stato il fato a decidere in un certo modo? O gli uomini, trasferendo sulla terra i conflitti tra gli dei e con gli dei, hanno innescato la macchina distruttrice? Su questi ruderi d’altri tempi, raccontando la storia con il nostro sguardo e i nostri sentimenti, cercheremo di dimostrare come certi meccanismi si ripetano nella storia dell’uomo, fino ai giorni nostri, nei quali assistiamo a conflitti disastrosi proprio alla stessa latitudine che aveva visto trionfare e poi decadere la civiltà della Magna Grecia.
Con dieci allievi attori-narratori, in un laboratorio che precede lo spettacolo, lavoreremo su questi temi e queste suggestioni: i racconti antichi parlano di odi, invidie, rancori, giustizie e ingiustizie, che sono i problemi dell’uomo di sempre. Il legame con l’attualità è implicito e non c’è bisogno di fare riferimenti troppo diretti.
Quando raccontiamo di conflitti tra gli dei e gli uomini, dovremmo pensare ai conflitti tra i potenti di oggi e i cittadini del nostro Mediterraneo, tra la politica astratta e i bisogni concreti dell’uomo comune.

Mimmo Cuticchio
Direttore artistico de La Macchina dei Sogni
 

Pietre vive

Fin dalla sua istituzione, il Parco Archeologico di Selinunte e Cave di Cusa “Vincenzo Tusa” sta sviluppando un suo percorso nel segno dell’incontro tra valori culturali interdisciplinari, tra arte antica e arti e architettura contemporanea, impegno civile e multiculturalità.
Non semplicemente “archeologia”, dunque, e comunque non solo. Perché oltre – e insieme – alla ricerca specialistica sulla storia della colonia greca, che vive anzi proprio in quest’ultimo periodo una fase cruciale di rinnovamento e di scoperte inattese, è più importante ancora che Selinunte divenga, per tutti e soprattutto per le giovani generazioni, il centro pulsante di un sistema culturale che si offre come cosa viva, materia ancora incandescente di immaginazione e di conoscenza, stimolo continuo alla riflessione e specialmente alla curiosità. Come spiegò anni fa Vincenzo Consolo in un suo bellissimo racconto, ispirato se non materialmente concepito in questa parte della Sicilia, la luce del sole e delle stelle ha un diverso colore, un diverso spessore, un tempo diverso, se riverbera tra i ruderi di Selinunte: “A Selinunte greca. Ruine d'una città e d'una storia. Ruine della storia" (Retablo, Palermo 1990).
Alla magia di Selinunte – la distesa ancora quasi intatta, vigorosamente percepibile nella sua maestosità, di un’intera città antica – si unisce ora la suggestione dell’arte e della maestria di Mimmo Cuticchio, ed è un incontro che abbiamo molto atteso e fortissimamente voluto: come un moderno aedo omerico, Cuticchio da molti anni ci racconta pezzi della nostra identità e della nostra storia, tessendoli nella sonorità pastosa e cantilenante del “cuntu”, restituendo una lingua e un teatro a una cultura siciliana che solo stereotipi altezzosamente riduttivi potrebbero ostinarsi a relegare dentro il recinto innocuo e apparentemente rassicurante delle “tradizioni popolari”.
Mettendo in moto ancora una volta la sua Macchina dei sogni, Cuticchio ci propone ora un connubio inedito ed originale fra le principali narrazioni dei miti classici, la storia stessa della scoperta della classicità (la distruzione di Troia, il viaggio mediterraneo di Ulisse, il rinvenimento della Troia omerica da parte di Heinrich Schliemann), e il racconto della conquista cartaginese e della caduta di Selinunte, tramandateci dalle fonti storiche. E nella suggestiva e peculiare ambientazione presso il tempio G si snoderà via via tutta l’azione scenica, concepita come una performance itinerante, come una gigantesca metafora del “viaggio” nel cuore del mondo antico: per la prima volta brani di una fonte classica (lo storico Diodoro Siculo, che nel I secolo a.C.ha descritto minutamente nella sua Bibliotheca historica la sanguinosa conquista punica e la distruzione di Selinunte), diventeranno pretesto e oggetto di drammatizzazione scenica; e per la prima volta l’azione teatrale vedrà le strutture archeologiche vere protagoniste del racconto, come “pietre vive” e non il consueto fondale scenografico. Trascinandoci dentro una narrazione che trasfigura quegli stessi miti mediterranei che spesso sono protagonisti delle rappresentazioni figurate selinuntine – nella scultura, nella ceramografia, nella decorazione architettonica – Cuticchio reinventa una sua visione, incendiaria e fulminante, della storia antica, facendo in quest’occasione di Selinunte lo specchio di una grecità mediterranea e levantina che tuttora serpeggia sotterranea negli anfratti più oscuri della nostra memoria. Perciò quello a cui assisteremo è, forse, uno spettacolo; sarà, più probabilmente, un evento culturale; ma di certo è soprattutto un’avventura.

Caterina Greco
Direttore del Parco archeologico di Selinunte e Cave di Cusa “Vincenzo Tusa”