L’ira di Achille è una messa in scena con i pupi pensata non per il piccolo boccascena ma per il grande palcoscenico. L’azione si svolge su tre piani scenici: gli uomini/pupi, i sacerdoti/pupari e gli dei/attori.
Giacomo Cuticchio ha scritto appositamente la suite musicale per lo spettacolo, ideato, montato e diretto dal padre Mimmo. L’epica si fonde con il contemporaneo in una messa in scena che vede in azione nuovi pupi creati sulle figure dei greci e dei troiani, nel rispetto di quei canoni tradizionali che la Famiglia d’arte si tramanda di generazione in generazione. Analogamente, strumenti antichi e moderni vengono armonizzati nella colonna sonora che accompagna, in una progressione dialettica, i fatti rappresentati, seguendone i ritmi di improvvisazione tipici del teatro dei pupi.
Paride, figlio di Priamo, re di Troia, rapisce Elena, moglie di Menelao, re di Sparta. I greci si riuniscono e decidono di dichiarare guerra ai troiani. Comandante in capo viene eletto Agamennone, re di Micene e fratello di Menelao. Tra i guerrieri ci sono i valorosi Ulisse, Aiace Oileo, Aiace Telamone, Antiloco, Diomede, Menelao, Nestore, Patroclo, Achille e l’indovino Calcante.
Le navi greche approdano sui lidi di Troia, lungo tutta la costa. Il re Priamo riunisce i suoi numerosi figli e i suoi alleati e affida il comando della difesa della città al primo- genito Ettore.
L’assedio di Troia dura nove anni. I greci, quantunque numerosi, non riescono ad avvicinarsi alle alte mura della città. Al decimo anno, Crise, sacerdote di Apollo, si presenta da Agamennone per riscattare la figlia Criseide, che era stata assegnata al re di Micene durante la spartizione di un bottino.
Ma Agamennone rifiuta e lo allontana brutalmente. Il sacerdote Crise prega dunque il dio Apollo di punire l’arroganza dei greci e così Apollo scaglia le frecce della peste sul campo acheo: per 9 giorni muoiono armenti e uomini. Al decimo giorno, Achille chiede di riunire il consiglio.