La Macchina dei Sogni 2016
 
Mostre
Viva Pitrè
Un percorso attraverso le forme del teatro popolare visto con gli occhi di un oprante.
di Fabrizio Lupo

Più che una mostra si potrebbe definire come una serie di piccole installazioni con narrazione per luoghi deputati. A conclusione del lavoro di due anni di studio abbiamo riunito le riflessioni fatte da Mimmo Cuticchio e dal nostro gruppo di lavoro del corso di scenografia. Seguendo l'insegnamento del dottor Pitrè, abbiamo raccolto le storie confrontando le parole raccontate con gli oggetti della cultura materiale che raccontano la vita e ne rappresentano la memoria solida.
Ad esempio la ricerca della forma dei Casotti che venivano montati alla Marina tra la fine del Settecento e i primi dell'Ottocento, si è svolta snocciolando gli scritti tratti da “Palermo cento e più anni fà”, confrontandoli con gli scritti di notai e con i documenti senatoriali raccolti da Carmelo Alberti e Giovani Isgrò. I modelli esposti sono una testimonianza visiva di un mondo che rischia di sparire nell'assenza di immagini, gli allievi del corso di Scenografia hanno lavorato come archeologi della memoria.
Le narrazioni svolte dai raccontatori della Macchina dei Sogni dello scorso anno all'interno del Museo Pitrè, si sviluppano oggi nelle stanze di Palazzo Ziino, conducendoci attraverso le favole, le memorie ed i racconti epici, sino a provare a svelare i misteri che coprono la nascita dell'Opera dei Pupi, un’arte che rappresenta la continuità viva e vivace di duecento anni di teatro popolare a Palermo e che potremmo definire epica, basta ascoltare le storie di vita vissuta dei coraggiosi Opranti che hanno inventato un mondo che racconta di tanti altri mondi.
Un mestiere che ha saputo accogliere le vite dei santi, dei briganti, dei cavalieri e ha mantenuto la memoria delle nostre maschere della commedia: i vastasi. Uno per tutti Nofrio, l'arguto portantino inventato da Giuseppe Marotta, artigiano e sarto di fine Settecento, mirabilmente riportato alla memoria da Franco Franchi al Teatro Biondo negli anni 70. Accanto a lui Ciccio Ingrassia che, nel ruolo del personaggio “U Baruni” prendeva in giro la borghesia e l'aristocrazia palermitana.
“Viva Pitrè” è soltanto una delle tante sfaccettature della memoria, nel pozzo senza fondo degli scritti dell'antropologo originario del Borgo Vecchio, che è stato il capostipite di una schiera di studiosi e che ha avuto il coraggio di scrivere ciò che non andrebbe scritto, descrivendo con dedizione e con passione lo spirito popolare.

Associazione Figli d'Arte Cuticchio
Accademia di Belle Arti di Palermo
Dipartimento di Progettazione e arti applicate
Scuola di Scenografia

narrazioni a cura di Mimmo Cuticchio

allestimento a cura di Fabrizio Lupo

studio sulle forme dei Casotti
Giovanni Isgrò, Fabrizio Lupo


Allestimento mostra
Nino Cuticchio, Alessia D'Amico, Tania Giordano

Narratori
Giovanni Guarino, Isabella Messina, Cesare Maschi, Tiziana Cuticchio, Salvino Calatabiano

Collaborazione all'allestimento:

Racconti e favole
Gabriella Malerba


Il Teatro dei Pupi
Floriana Chilà, Claudia Giurintano, Maria Pedone, Rosalia Riccobono


I tipi del Teatro popolare di strada
Giusi Di Girolamo, Agata La Rosa, Sandra Lombardo, Chiara Orilia, Simone Scarpinato


I luoghi dei Casotti alla Marina tra '700 e '800
Ganci Roberta, Genova Gabriele, Guzzardi Marco, Mallo Enrica

Le forme dei Casotti alla Marina: nascita delle Vastasate
modello in scala 1/50
Filippo Costagliola, Francesca Greco, Andrea Melluso, Simona Patinella

modello in scala 1/20
Giuseppe Ciaccio, Simona Coppola, Domenico Fugazzotto, Fabiola Messina
 
LuminarieLuminarie dei sogni
di Fabrizio Lupo

Quando Pitrè convinse i palermitani a ricominciare a costruire il Carro trionfale per i festeggiamenti dedicati a Santa Rosalia, cominciavano ad apparire le prime luminarie con lampadine Edison; erano diverse da quelle che vediamo oggi, il bulbo di vetro era più grande, la parte in legno non era esclusivamente un supporto per la lampada ma era anche motivo decorativo, inoltre non erano dipinte di bianco ma con i colori dei carretti e delle bancarelle.
Per chi volesse ammirare le luminarie dei primi del novecento in stile veneziano, ricostruite così come erano, potrebbe andare ad ammirarle a Sambuca di Sicilia in un giorno di festa; noi invece in questa occasione abbiamo scelto due diverse strade per celebrare questo tradizionale elemento della festa, la prima è quella di far montare alcuni tra gli archi più belli della famiglia Ribaudo che da quattro generazioni porta luce e colore in tutte le feste.
L'altra strada è quella di dare in mano questo meraviglioso strumento di luce a sei giovani artisti che provengono dalle scuole di scenografia e di scultura della Accademia di Belle Arti di Palermo. Alcuni di loro sono abituati agli interventi di street art, dipingendo sui muri del degrado urbano dei quartieri popolari di Palermo. Seriamente innamorati delle forme e dei modi tradizionali, si sono ritrovati a disegnare e dipingere queste piccole luminarie in stretta collaborazione con i maestri luminaristi.
L'idea era quella di festeggiare Giuseppe Pitrè, montando una istallazione luminosa nella facciata del palazzo di piazza Sant'Oliva dove il dottore aveva abitazione e studio. Sulla strada un'edicola effimera addobbata a festa, con un immagine di Santa Rosalia, ridisegnata per l'occasione ma ispirata alle tante edicolette votive dove si svolgeva un tempo “U Triunfu” dei cantori “Orbi”.
Le padelle romane, le torce, i famosi “piramidoni” accesi lungo il Cassaro, il Carro Trionfale “addumato” sono la storia dell'illuminazione nel teatro della festa nel Regno delle Due Sicilie ma le luminarie “tradizionali” sono ancora oggi, il segno dell'importanza della luce come simbolo di gioia e rinascita.

Martina Brancato Ex voto di luci
Martina Brancato
Palermo, 1993, consegue la laurea triennale in Scenografia con una tesi su Franco Scaldati, poeta, dramaturgo, attore e regista di Palermo. La sua passione per il teatro la porta a collaborare come assistente costumista per Valentina Console e a ricoprire il ruolo di pittrice di scena e assistente ai costumi in uno stage formativo presso la fondazione INDA di Siracusa per gli spettacolo “Elettra” per la regia di Gabriele Lavia e “Alcesti” per la regia di Cesare Lievi. Parallelamente alla carriera accademica ha lavorato come illustratrice per i marchi siculi Tasca D'Almerita e Flaccovio, ha inoltre allestito vetrine per la casa di moda palermitana Giglio.
Alessia D'Amico Trifondoro
Alessia D'Amico
Palermo, 1988. Diplomatasi in Scenografia presso l'Accademia di Belle Arti di Palermo consegue la laurea magistrale in Teatro, Cinema e Spettacolo Multimediale presso l’Università di Palermo. Partecipa per tre anni alla stagione di Musicaingioco al Politeama Garibaldi come scenografo ed attrezzista. Varie le partecipazioni come aiutoscenografo e arredatrice per i film La Trattativa, regia di Sabrina Guzzanti, Il Bambino di Vetro regia di Federico Cruciani e  in qualità di scenografo per L’Innesto, regia di Giuseppe Celesia. Collabora con gli scenografi Fabrizio Lupo, Lorenzo Ghiglia e Renzo Milan,  con il Teatro Crystal di Palermo, le Orestiadi di Gibellina ed infine In qualità di marionettista con Alf Leila, Teatro delle Beffe, Teatro Massimo di Palermo e Festival barocco di Malta.
Gabriele Genova Canta e cunta
Gabriele Genova
 Palermo 1993, dopo il Liceo Artistico Catalano sezione Scultura nel 2012 si iscrive in Scenografia all’Accademia Di Belle Arti di Palermo, nel corso della triennale ha partecipato a numerosi stage e tirocini in ambito teatrale, cinematografico e delle arti visive in genere. Appassionato di disegno e tecniche grafiche, predilige l’uso dei pastelli ad olio. Nel 2016 vince la residenza d'artista con conseguente utilizzo della sua opera come manifesto per l'evento “Lampi d'artificio” a Milano. Da poco si è avvicinato al teatro di figura attraverso la realizzazione di marionette e proiezioni per lo spettacolo The Legend of Orlando  svoltosi al festival di musica barocca di Malta. Nel 2014 fonda Orsi Vagoni Lab laboratorio artistico e spazio plurivalente che accoglie vari artisti e svariate iniziative.
 
Grazia Inserillo Ricami di luce
Grazia Inserillo
Palermo 1988, opera tra la città di Palermo e il suo paese d’origine Isola delle Femmine. Consegue i diplomi accademici di primo e secondo livello al corso di Scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo. Durante gli studi indaga, a partire dai tradizionali mestieri di famiglia, sulle sue radici e ragionando sull’aspetto antropologico del suo essere e del suo abitare, scopre l’arte di intrecciare il filo. Comincia così la sua carriera artistica come Fiber Artist, partecipando a svariate mostre collettive:   Invasioni 2013 - Cantieri Culturali alla Zisa;  Giovani scultori Permanente 2014 - Museo della Permanente di Milano e Stigma, a cura di Tiziana Pantaleo, presso lo Spazio Alloro a Palermo, Festival Internazionale d’Arte Contemporanea “Ritrovarsi”, nel 2015.
Luca John Nash I mangiatori di patate
Luca John Nash
“I mangiatori di patate” è un progetto grafico nato a Palermo nel 2012, che come nell’omonimo quadro di Van Gogh, vede seduti attorno ad un tavolo artisti ed intellettuali, uniti dall’idea che l’arte, quando portata fuori dagli spazi a lei dedicati, diventa uno strumento che può interagire con la società. Mossi dalla curiosità di conoscere la strada e la gente che la vive si mettono a disposizione delle persone, raggiungono i luoghi più isolati con l’intento di portare del “bello” e nello stesso tempo grazie alla forza comunicativa dell’arte denunciare e sostenere quelle situazioni ai margini.
Mattia Pirandello Abgalight
mattia Pirandello
Roma1992, si avvicina al mondo dello spettacolo Palermitano sin dall’infanzia, interesse che lo porta a iscriversi all’Accademia di Belle Arti di Palermo nel 2011. Frequenta il Corso di Scenografia, collaborando a vari spettacoli e partecipando ad esposizioni collettive, con opere auto-prodotte caratterizzate dal fattore cinematico e da quello interattivo (“ragno meccanico” Zum 2014, e Natura Morta 2015). La sua ricerca nasce dalla fusione della scenografia con la musica. Dal 2015 Collabora con il TMO di Palermo e partecipa a vari spettacoli fra i quali Shu’Arà della coreografa  Alessandra Fabbri, Plastic del performer e coreografo tunisino Meher Debbich Awachri. e Carne Macinata Extra dell' esordiente palermitano Luigi Maria Rausa.
Associazione Culturale Figli d'Arte Cuticchio