LARA ALBANESE
Astronoma
Dopo essersi laureata in fisica con una tesi sulle particelle elementari (le più piccole parti di materia oggi conosciute) realizzata presso il laboratorio Rutherford di Oxford, si è resa conto di preferire anche nella vita i piccoli ai grandi, scegliendo di dedicare il proprio lavoro alla comunicazione della scienza ai bambinI e alle bambine di tutto il mondo. È stata responsabile di diversi progetti finanziati sia a livello locale che europeo ed ha collaborato come consulente nel campo della didattica e della comunicazione della scienza con osservatori astronomici, enti di ricerca e Università sia italiani che esteri. Ha scritto quindici libri per bambini e pubblicato un centinaio di articoli (questa volta per grandi). Per il suo lavoro ha vinto numerosi premi. Nel 2013 ha ricevuto il premio Andersen “per l'opera entusiasta, qualificata e innovativa svolta in campo astronomico e scientifico, coniugando felicemente divulgazione e narrazione”. Nel 2014 ha vinto il premio nazionale per la divulgazione scientifica “Un libro per l’ambiente”.
Ai più grandi propone conferenze, spettacoli e osservazioni del cielo. È professoressa a contratto del laboratorio di Didattica Museale e Divulgazione Scientifica presso l’Università degli studi di Parma (ALEF). |
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CORRADO BOLOGNA
Filologo
È Professore Ordinario di Filologia e linguistica romanza nel Dipartimento di Lingue, letterature e culture straniere dell’Università di Roma Tre; ha insegnato la stessa materia nelle Università di Ginevra, di Chieti e di Roma “La Sapienza”.
Si è occupato dei temi della Voce nelle sue dimensioni filosofiche, teologiche, antropologiche, teatrali (Flatus vocis. Metafisica e antropologia della voce, con prefazione di P. Zumthor, Bologna 1992) e delle rappresentazioni della Fortuna nella cultura occidentale (Immagini di Fortuna. Pensiero, arte e letteratura fra antico e moderno, Firenze 1995). Studia soprattutto i rapporti fra letteratura, arti visive e scena teatrale nella tradizione europea, con una particolare attenzione per la forza spirituale e comunicativa dell’immagine nella raffigurazione artistica e nella costruzione della metafora letteraria.
Ha scritto fra l’altro sulla Commedia di Dante (Il ritorno di Beatrice. Simmetrie dantesche fra “Vita Nova”, petrose e “Commedia”, Roma 1998), sull’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto (La macchina del “Furioso”. Una lettura delle “Satire” e dell'“Orlando”, Torino 1998), sul Don Chisciotte di Miguel de Cervantes. A proposito di quest’ultimo capolavoro ha collaborato con Mimmo Paladino per la produzione di un’edizione illustrata del testo e di un “libro d’artista” (Roma 2005), ed anche per la sceneggiatura del film Quijote, presentato al festival del Cinema di Venezia nel 2006. |
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MIMMO CUTICCHIO
Oprante puparo, contastorie, autore e regista
Universalmente riconosciuto come il massimo rappresentante dell’Opera dei pupi, Cuticchio ha traghettato la sapienza e il patrimonio tradizionali nel teatro contemporaneo, sperimentando nuove forme di rappresentazione nel rispetto della tradizione ereditata dal padre. Tutti gli spettacoli di Cuticchio, permeati dalla sua storia personale, mettono in campo il “mestiere”, ovvero l’insieme di strutture e attrezzi in dotazione alla famiglia d’arte, un “saper fare” ereditato dai maestri ma arricchito dalla ricerca continua di nuove forme e nuove dinamiche della scena.
La qualità davvero eccezionale di Mimmo Cuticchio – la cui fama è ormai vastissima – è quella di saper coniugare le caratteristiche del cunto popolare con l’abilità del regista-interprete del teatro dei pupi, capace di affidare all’improvvisazione lo svolgimento di un canovaccio di tradizione secolare, con un raffinato approfondimento delle radici storiche del repertorio ed una profonda riflessione sul significato che la civiltà epico-narrativa del Medio Evo ha conservato nel tempo, attraverso il variare delle forme letterarie e la metamorfosi che i diversi generi hanno imposto ai temi e ai personaggi della storia cavalleresca.
Accanto al repertorio classico (il ciclo dei Paladini di Francia, le cui fonti sono nell’Orlando Furioso e in altri poemi cavallereschi), Cuticchio ha costruito un repertorio di nuove storie, spesso legate all’attualità, che mette in scena con soluzioni registiche innovative, sempre legate alle tecniche del cunto e dell’Opera dei pupi. Ha collaborato, tra gli altri, con Salvatore Sciarrino e Mimmo Paladino. Nel 1971 ha fondato, e dirige tuttora, la compagnia Figli d’Arte Cuticchio, nel 1973 apre un Teatro di Pupi a Palermo, in via Bara all'Olivella, nel 1997 la Scuola per pupari e cuntisti. È autore di numerose pubblicazioni sul Teatro dei Pupi e sul Cunto, tra le ultime: Aldadino di tutti i colori (Arianna Editore, 2009) e La nuova vita di un mestiere antico - in viaggio con l'Opera dei pupi e il Cunto (Liguori Editore, 2010). |
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MARCEL GORGONE
Burattinaio
Noto come Marcel, artista eclettico di Piazza Navona, ama far divertire i bambini e rendere nostalgici i più grandi, strappare un sorriso a chiunque si fermi a guardar muovere le sue dita che animano vari personaggi, da Charlot a Michael Jackson. Di lui hanno parlato giornali italiani e stranieri. Marcel ha partecipato a film, spettacoli teatrali e trasmissioni televisive. Nato in Sicilia, ha cominciato giovanissimo a girare il mondo, vendendo giocattoli fatti a mano a grandi aziende, fino a quando decide di abbracciare l’avventura dell’arte di strada.
A seguito di un nuovo regolamento del Comune di Roma, che impone restrizioni all’esibizione degli artisti di strada in alcune piazze storiche della città, compresa piazza Navona, decide di interrompere l’attività di burattinaio e, incoraggiato da chi segue con affetto e fedeltà il suo percorso creativo, realizza un libro, Il signore delle dita, che conduce i lettori dentro la propria vita intrisa di favola e poesia. |
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IN TABERNA
Ensemble di musica medievale "Historiae Antiquae"
Una grande passione per la cultura musicale del Medioevo ed anni di certosina ricerca, sono stati la base per l’aggregazione e la successiva maturazione artistica del gruppo di musica medievale “Historiæ Antiquæ”. Inizialmente il gruppo si è concentrato nella rappresentazione teatrale delle vite dei santi, mettendo in scena l’oratorio Ave Miriam e A laude di Cristo, sulla vita di san Francesco d’Assisi, presentandoli in chiese ed abbazie medievali della Sicilia.
Danze, trotti, laudi, rondò, canti, gighe e intermezzi del XI-XV sec. italiano e celtico sono eseguiti con fedeli ricostruzioni di strumenti musicali del medioevo e del primo rinascimento.
Il continuo studio ha spinto il gruppo ad una costante crescita artistica. Oggi l’ensemble, oltre ad avere arricchito la propria strumentazione, ha ampliato l’ambito di ricerca, estendendolo alla musica celtica medioevale. Le caratteristiche che distinguono l’ensemble sono la vivacità espressiva e la spontaneità, con le quali si presenta al pubblico rendendo gradevole l’ascolto. |
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GABRIELLO MONTEMAGNO
Giornalista
e attore
Nato a Caltagirone nel 1938, è giornalista professionista. Dal ’72 al ’92 è stato redattore del quotidiano “L’Ora”. Per oltre vent’anni ha collaborato con i programmi regionali della RAI. Fin dal tempo del Cut (Centro Universitario Teatrale) ha svolto intensa attività nel teatro di prosa in qualità di attore e regista. È stato tra i fondatori del Teatro dei 172 e poi del Teatro Teatés di Michele Perriera. Per la scena ha scritto, pubblicato, diretto e interpretato tra gli altri: Discorso sulla contrapposizione tra violenza e non-violenza a proposito della morte violenta del non-violento Martin Luther King (insieme a Piero Violante, 1968), Il sogno spezzato di Rita Atria (1992, premio Mazzucco come miglior spettacolo nella stagione ’92-’93), Tutte le donne del viceré (1997, da storie e leggende di Luigi Natoli), Consigli per le signore, ovvero i mostri di villa Palagonia (1999); per il Teatro Biondo Stabile di Palermo ha scritto, diretto e interpretato Il delirio di Francesco Elia, cameriere del conte Alfieri (2003), Bravo Bert! (2006), Belìce. Oratorio per Ludovico Corrao (2013).
Tra le altre pubblicazioni: Inchiesta sul teatro di prosa in Sicilia (Flaccovio 1968), Scena in rivolta, Storia del teatro politico in Sicilia (Flaccovio 1980), Palermo, la primavera interrotta (Nem 1990), Eppur non si muove, Splendori e miserie degli inventori palermitani (editore ‘Palermo’ 1993), Luigi Natoli e i Beati Paoli (Flaccovio 2002). |
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IL TEATRO DEGLI INCOMPATIBILI
Nasce nel 2013 dalla volontà di Andrea Acciai e Roberta Lombardo dopo l’esperienza maturata nel corso degli anni in incontri di natura teatrale e sperimentazione artistica. Il lavoro del gruppo, che si avvale della collaborazione di personalità provenienti dai più diversi ambiti espressivi, muove la sua indagine a partire dalla rilettura e riscrittura di opere di forte contento simbolico ed espressivo, nel tentativo di ricreare una visione dal carattere meraviglioso, capace di coinvolgere intimamente ogni spettatore. Questo diviene possibile attraverso l’orchestrazione sulla Scena di differenti mezzi espressivi quali la Voce – con le sue repentine e magiche trasformazioni; la Musica – intesa come composizione originale ed eseguita dal vivo; e gli elementi del Teatro di Figura – quali burattini, marionette e ombre, realizzate con un attento lavoro artigianale. |
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GIUSEPPE BARBERA
Agronomo
Giuseppe Barbera è professore di Colture Arboree all'Universita' di Palermo. Si occupa di alberi, sistemi produttivi e paesaggi dell'agricoltura mediterranea. Èresponsabile di progetti nazionali sui paesaggi agrari tradizionali. È socio onorario dell' Associazione Italiana Architettura del Paesaggio e membro del Comitato Scientifico della Fondazione Benetton, Studi e Ricerche. Per il FAI ha curato il recupero del giardino della Kolymbetra nella Valle dei Templi. Ha scritto numerosi libri. Tra gli ultimi: Tuttifrutti. Viaggio tra gli alberi mediterranei tra scienza e letteratura (Mondadori, 2007), vincitore del Premio Giardini Hanbury Grinzane Cavour; Abbracciare gli alberi, mille buone ragioni per piantarli e difenderli (Mondadori, 2009) e Conca d'oro (Sellerio, 2012).
Negli ultimi due anni è stato assessore all'ambiente del Comune di Palermo e ha provato ad occuparsi dell'agricoltura della Conca d'oro, della Favorita e del recupero del giardino storico di Villa Trabia. |
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GIACOMO CUTICCHIO
Oprante e musicista
Nato a Palermo nel 1982, è compositore, pianista ed erede di una delle più robuste e vitali tradizioni teatrali siciliane dell’Opera dei pupi. Figlio e nipote di maestri pupari, la sua formazione d’artista ha luogo tra avventure cavalleresche, battaglie e passioni contrastate, nella cornice di estremo rigore e attenzione che caratterizza l’attività teatrale di famiglia.
L’inclinazione per la musica del piccolo Giacomo trova fertilissima terra tra i suoni del pianino a cilindro, che tradizionalmente scandisce e commenta le vicende dei paladini di Francia, e lo straordinario e prezioso esercizio della vocalità proprio dell’Opra e del cunto. Giacomo compie le tappe del consueto apprendistato dell’Opera dei pupi: da suonatore di pianino ad aiutante di prima quinta, ad oprante completo, capace di dirigere per intero uno spettacolo e dare voce a tutti i pupi.
Convivono in lui due anime, quella di puparo e quella di musicista; alla base di uno straordinario intuito per il suono e per la drammaturgia è possibile rintracciare, nelle sue composizioni teatrale e musicali, la prassi del cunto, di cui il padre Mimmo è l’ultimo autentico erede.
Dal 2003 dirige la compagnia Figli d’Arte Cuticchio, rappresentando gli spettacoli dei pupi per i giovani e gli studenti nel teatro di Via Bara all’Olivella a Palermo.
Nel 2013 pubblica il suo primo CD Quaderno di danze e battaglie dell'Opera dei Pupi, distribuito dalla casa discografica Egea.
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MARIANO DOLCI
Burattinaio
Nato a Belgrado nel 1937, insegna per quattro anni (dal ’65 al ’69) Matematica e Osservazioni Scientifiche nella scuola media. Nei primi anni ’60 conosce la compagnia del “Teatro Sperimentale dei Burattini di Otello Sarzi”, con cui inizia una collaborazione sempre più intensa, fino a diventare incompatibile con gli studi e l’insegnamento. Da allora e per tutta la vita ha utilizzato marionette e burattini nel proprio lavoro. Con questi strumenti ha attraversato, e a volte riattraversato, i tre diversi contesti dove è possibile incontrarli, ossia teatro, educazione e attività di mediazione nella cura e nel sociale. Nel 1970 è assunto dal Comune di Reggio Emilia per dirigere il “Laboratorio di Animazione” (ora intestato a Gianni Rodari) delle scuole e negli asili nido comunali, in modo da sperimentare tutte le potenzialità pedagogiche dei burattini nelle istituzioni della città, fino al pensionamento avvenuto nel 2002.
Sotto la direzione della fisica Lara Albanese (ricercatrice all’osservatorio astronomico di Arcetri), collabora ad attività di diffusione della cultura astronomica rivolte a bambini e ragazzi attraverso il teatro delle ombre. È autore di numerose pubblicazioni tradotte in varie lingue. |
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GIOVANNI GUARINO
Narratore e animatore teatrale
È tra i fondatori del CREST di Taranto. Nato e cresciuto nel dedalo delle viuzze della città vecchia, sin da bambino ne ha assorbito i suoni caratteristici: le barche che rientravano all’alba dalla pesca, le voci che riempivano i vicoli di richiami, i “cunti” dell’amata zia Mimina, che raccontava ogni sera per strada. Nel corso degli anni, decine di scelte scellerate hanno ridotto la città di Taranto, l’antica capitale della Magna Grecia, in un coacervo di tensioni, rabbia e povertà. L’industria ha aggredito il territorio producendo fumi, veleni, disoccupazione, tensione sociale ma ancor più tragicamente morte e miseria.
Vivendo ancora nel cuore della vecchia città, Guarino ha potuto constatate che di quelle voci che riempivano i vicoli non è rimasto niente. Solo il ricordo e l’eco sono ancora presenti nella sua testa e nel suo cuore. Per questo, da qualche anno, la sua attenzione è riservata a quelle attività che vedono il teatro calarsi nel sociale, per diventare occasione di socializzazione propositiva, di comunicazione, di conoscenza. Ama molto lavorare con i bambini di ogni età. |
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BRUNO LEONE
Guarattellaro
Bruno Leone apprende l’arte delle guarattelle da Nunzio Zampella, ultimo maestro guarattellaro napoletano, ed evita in tal modo la scomparsa di una tradizione che risale a girovaghi e saltimbanchi medievali. L’arte delle guarattelle deve la sua vitalità alla capacità dei burattinai di coniugare memoria e attualità in un rapporto molto stretto col pubblico. Bruno Leone, che ha ripreso canovacci e stili di quest’arte, ha contribuito con efficacia alla ripresa di un genere teatrale molto importante per la storia della cultura napoletana ed europea. Storie di Pulcinella è un modo di presentare i canovacci antichi nella loro modernità e universalità, alternandoli con altre storie antiche e moderne; oltre che spettacolo può diventare incontro, lezione, storia, commedia dell’arte antica e moderna, viaggio nel mondo meraviglioso delle guarattelle. |
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GliArchiEnsamble
Gruppo di musica da camera
Si compone di undici strumentisti: tre violini primi, tre violini secondi, due viole, due violoncelli ed un contrabbasso.
La collaborazione con grandi solisti e direttori (Boris Belkin, Günter Neuhold, George Pehlivanian, Hubert Soudant, ecc.) e l'esperienza maturata sulle scene musicali di rilevanza nazionale ed internazionale hanno consentito all'ensemble, di affinare un repertorio sempre più ampio e di alto livello.
GliArchiEnsemble sono stati in tournèe oltre che in Italia anche in Brasile, Argentina, Uruguay e Cina. Nel 2011 iniziano una collaborazione con il compositore siciliano Mario Crispi e il gruppo Arenaria. Il 2013 vede l’ensemble impegnato nella registrazione di musiche originali del compositore Angelo Gilardino e nella realizzazione della colonna sonora scritta da Francesco Di Fiore per il film “Ore Diciotto In Punto” del regista Giuseppe Gigliorosso.
Nel dicembre 2013 GliArchiEsemble hanno celebrato i dieci anni di carriera con una nuova produzione discografica dal titolo "Suggestioni" con etichetta Stradivarius. |
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MANLIO SPECIALE
Botanico
Dottore di Ricerca in Botanica, Agronomo, Violinista, è stato invaso dal mondo vegetale in modo irreversibile diversi anni addietro, a Bologna. Gilles Deleuze avrebbe detto: “un’irruzione delle piante dentro di sé”. Da allora non ha mai smesso di osservare, studiare, stupirsi e ammirare, per poi piantare e far crescere, quegli esseri clorofilliani a lui tanto cari. Ha insegnato Botanica per qualche anno ed è autore di numerose pubblicazioni inerenti la flora esotica e i giardini storici. Insieme a P. Puccio e A. Carapezza ha curato la stesura del noto libro Pomelia felicissima, una monografia dedicata alla celeberrima Plumeria rubra, fiore simbolo della Città. Oggi questa verde dedizione si è espansa rizomaticamente nel suo nucleo familiare, con la sua compagna paesaggista californiana, Cassandra, incontrata proprio nell’Orto palermitano, e la loro bambina, chiamata, giustamente, Flora. Lavora e opera presso l’Orto botanico dell’Università di Palermo. |
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I narratori
Santa Buttaci - La Rosa dell'Immortalità e Olimpia
Maddalena Campanella - Due ciliegi innamorati e L'arrivo di Angelica
Librante Costa - Saurra e La Pazzia di Orlando
Tiziana Cuticchio - Grattula Biddattula e La morte di Angelica
Valeria Di Chiara - Il narciso selvatico e il papavero rosso e Il Palazzo Incantato
Chiara Di Dino - Grieg e la natura e L'arrivo di Angelica
Marianna Di Muro - Il fiore nuovo e La morte di Zerbino e Isabella
Davide Greco - Brunello all'albero
Cesare Maschi - La storia del Boia
Isabella Messina - La ragazza del melone e Bradamante e l'ippogrifo
Michele Neri - Perina e Astolfo contro Caligorante
Giusva Pecoraino - I calzari liquefatti e Il riconoscimento di Bradamante, Marfisa e Ruggiero
Giuseppe Provinzano - Landolfino e Polidoro e Angelica e Medoro
Salvatore Ragusa - 'U sceccu ca parra e Astolfo sulla luna |
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