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La Macchina dei Sogni VENTICINQUESIMA EDIZIONE
CUNTI E CANTI NELLE PIAZZE DI POLIZZI 29 luglio / 3 agosto 2008 Polizzi Generosa

GLI SPETTACOLI
La Voce delle cose - (BG)
Fiabe selvatiche
di e con Paola Serafini
Le fiabe sono calde del loro passaggio di bocca in bocca. (A voler essere più descrittivi il percorso è: bocca-orecchio-immaginanazione-.ricordo-ragione-affetti-bocca).
Ogni ciclo di questo percorso, che si è ripetuto nei secoli, ha scaldato le storie con l’energia delle persone che le hanno tramandate per educare, divertire, intimidire, far passare il tempo, accendere i sogni. I protagonisti di questa selezione sono animali che vivono le loro avventure nel bosco e così si spiega il titolo. Il racconto è sostenuto dalla creazione di immagini e suoni con l’uso di oggetti della vita quotidiana e piccoli strumenti musicali.
 
La Voce delle cose - (BG)
Oggetti da favola
di e con Luì Angelici
Cappuccetto Rosso e I tre Porcellini sono racontate aiutandosi con oggetti recuperati: catini di plastica, contenitori alimentari, cassette della frutta e oggetti da spazzatura.
Si colorano di ironia le immagini create dagli oggetti sottratti alla loro normale destinazione e usati in un contesto narrativo come figure che sono a volte personaggi, altre immediate illustrazioni del racconto. Il testo pur scorrendo fedele alle storie originali le riscrive attualizzandole con semplici riferimenti al’oggi e divertenti giochi verbali. L’approccio leggero e semplice rende lo spettacolo gustabile non solo da bambini e ragazzi ma pure dagli adulti che li accompagnano.

 
Donato Pichi
Burattinando con la storia
“Le fosse Ardeatine”

Lo spettacolo, nasce all’interno di un progetto rivolto alle scuole medie e superiori e perciò si rivolge ad un pubblico di ragazzi. La messa in scena prevede una prima parte narrata e accompagnata dalla musica dal vivo, nella parte centrale prendono vita le storie animate con i burattini, la terza e ultima parte, prevede una narrazione finale. Si racconta la storia del massacro delle “Fosse Ardeatine” rappresentando spaccati della società dell’epoca legati alla seconda guerra mondiale in un percorso nella Storia.
I personaggi principali sono due martiri: Enrico Ferola con i suoi chiodi a 4 punte e
Gavino De Lunas, con la sua inseparabile chitarra. Non mancherà l’episodio di Via Rasella e
la leggendaria lista di Kappler.
 
Linda Di Giacomo - (VR)
Guerin Meschino e la fata Alcina con Arlecchino scudiero poco fiero

Linda Di Giacomo, apprezzata interprete della tradizione, muove i burattini e dà voce al racconto. Lo spettacolo unisce la tradizione della narrazione e il teatro dei burattini. Il testo è tratto da copioni ottocenteschi di burattinai tradizionali della collezione di manoscritti del museo dei Burattini e delle Figure di Villa Inferno. È stato adattato attraverso il confronto con “cantari” e canovacci che riprendono il romanzo quattrocentesco Guerin Meschino di Andrea da Barberino. La storia contiene una grande ricchezza di archetipi narrativi mediterranei (dagli echi omerici della Maga Circe alle battaglie tra cristiani e saraceni, al tema della ricerca appassionata dell’identità). A ciò si aggiunge la ribalderia straniante e corrosiva dei burattini, in particolare di Arlecchino. La narrazione “fuori” dalla baracca si alterna alle azioni travolgenti dei burattini.
 
Il teatro delle marionette di Chiara Falcone - (Roma)
Sogno di una notte di mezz’estate

marionettisti Chiara Falcone, Monica Farinelli, Patrizia Boccone
È la famosissima commedia di William Shakespeare, un classico della letteratura mondiale. Un testo ricco di divertimenti e di intrecciate vicende sentimentali, la cui messa in scena è realizzata da un gruppo di attori dalle fattezze sicuramente inconsuete: marionette in legno alte circa 70 centimetri, creazioni artigianali uniche ed originali, scolpite a mano e rivestite di abiti sartoriali. Ci sono voluti più di quattro anni per dare alla luce questo teatro di marionette smontabile. Il mondo dei mortali e quello degli spiriti si inseguono a specchio, intrecciando i casi d’amore di due giovani coppie di innamorati persi negli incanti di un bosco che si fa magico scenario di illusioni e smarrimenti, nel tempo di una metaforica notte lunga un sogno.
 
Flavia D’Aiello - (SA)
Il cavaliere dalla trista figura
«Se mai quei signori volessero sapere chi è stato il valoroso che li ha ridotti a quel modo, vossignoria dirà che è il famoso don Chisciotte della Mancia, il quale con altro nome si chiama il Cavaliere dalla Trista Figura».
Don Chisciotte, ormai vecchio, si risveglia dal suo lungo sonno. Le ombre spettrali di lontani cavalieri si affacciano alla sua memoria, lo sguardo, imprigionato nei racconti di antiche gesta, si illumina di nuova luce. Sono i fantasmi invisibili dei personaggi dai lui incontrati durante il lungo viaggio. Sono venuti a prenderlo. È ora. È l’ora di lucidare l’elmo e di indossare l’armatura per l’ultimissima avventura.
 
Giuliano Scabia - (BO)
Nelle foreste sorelle

Nane (Giovanni) Oca è il protagonista dei romanzi Nane Oca e Le foreste sorelle, saga realistico-fantastica ambientata nel Pavano Antico, territorio circondato dalla Pavante Foresta estesa da ogni lato. Intorno alla Pavante Foresta, infinite stanno le foreste sorelle. Giovanni, che in Nane Oca ha trovato il ricercatissimo momón, la foglia dolce e garbina che rende immortali, nelle Foreste sorelle assiste all’incredibile rapimento di suor Gabriella (la suora che vola senz’ali). Sarà lei che, per destino, porterà agli uomini (e ai lettori delle Foreste sorelle e agli ascoltatori) l’ultramisterioso elisir che completa gli effetti del momón. E non è finita…
 
Dondoro - (Tokyo, Giappone)
Kiyohime Mandara
Keshin

Sono due gli spettacoli, entrambi di grande suggestione visiva e di forza poetica, proposti dal giapponese Hoichi Okamoto, artista solista, conosciuto artisticamente come Dondoro. Uno stile assolutamente unico che, attraverso i personaggi a cui dà vita, è capace di sviluppare emozioni straordinarie custodite nel nostro inconscio. L’espressività artistica di Okamoto unisce antiche forme teatrali giapponesi, il butoh, il bunraku, elementi di mimo e danza che interagiscono con la tradizione delle marionette giapponesi e che fanno del suo spettacolo una creazione assolutamente innovativa. A differenza del bunraku tradizionale o degli spettacoli di marionette moderni, la suggestione che emana dalla rappresentazione di Okamoto evidenzia l’incanto e la potenza espressiva della marionetta, tanto forte al punto che lo svolgersi della storia passa in secondo piano.
 
Libelula Teatro de Titeres - (Segovia, Spagna)
El Paladin de Francia

Ispirato alla leggenda e all’epica carolingia, grazie anche alle magnifiche illustrazioni di Emanuele Luzzati, il racconto dei paladini qui presentato contiene tutti gli ingredienti del genere cavalleresco: dall’eroe alla fanciulla rapita, dal mago al traditore, dagli animali fantastici al mistero. È un teatro fatto con ombre, figure animate e, naturalmente, raccontato dal vivo.
Rinaldo, cavaliere cristiano, cadendo nell’ennesimo inganno di Gano, abbandona nottetempo il suo castello per andare in battaglia a difendere la Francia. Durante la sua assenza, Gano apre la porta della fortezza per far entrare i mori invasori, che rapiscono la principessa Biancafiore. Avvertito dal mago Urluberlù, Rinaldo tenta di tornare al castello ma, per liberare la sua donna, dovrà superare tempeste marine, boschi incantati, draghi feroci.
 
Tenores di Bitti
Remunnu ‘e locu

Daniele Cossellu, oche e mensu oche
Pierluigi Giorno, contra
Mario Pira, bassu
Piero Sanna, oche e mesu oche
I Tenores non usano musica scritta: questa tradizione musicale e culturale è tramandata letteralmente di padre in figlio. Il loro canto è strettamente legato alla poesia improvvisata, anche se sono perfettamente in grado di eseguire brani costruiti su poesie scritte da autori classici della letteratura sarda, del tutto misconosciuti dalla letteratura “ufficiale” italiana. Le loro canzoni descrivono momenti della vita di tutti i giorni del mondo agricolo-pastorale o artigianale, possono essere storie d’amore, sacre o anche
satiriche. La tecnica del canto gutturale e quella del suono teso fanno scaturire, da queste polifonie, una miriade di armoniche.
I Tenores si dispongono a cerchio e a volte, durante il canto eseguono un ballo. Stretti e rigidi, tenendosi a braccetto, a passi cadenzati o saltellando, girando in tondo, simboleggiando col loro canto la forza e la coesione sociale che provano in quel momento. Si avvertono un autentico magnetismo e una vera energia solare tra la terra granitica di Sardegna e il canto dei Tenores.
 
Associazione Lecittadelmondo - (MI)
Stirru - La discesa
Il viaggio surreale nelle viscere di una zolfara abbandonata

di e con Alberto Nicolino
regia Ambra D’Amico
allestimento Sebastiano Romano
organizzazione e promozione Cristina Pileggi
La narrazione è un insieme di fatti realmente accaduti e di invenzioni fantastiche; la trama non ripercorre vicende e condizioni degli zolfatari di un tempo ma si svolge ai giorni nostri.
Andrew, un uomo di New York, figlio di una donna emigrata, arriva in Sicilia per una eredità inattesa. Qui scopre particolari inquietanti sulla morte di suo zio Asaro, avvenuta molti anni prima in miniera. Le vicende non vengono narrate dall’esterno, sono i personaggi a viverle o a svelarle. Le trasformazioni della voce e del corpo, l’uso alternato di italiano e siculo-americano permette all’attore di passare da un personaggio all’altro. Non sono quadri a se stanti ma gli elementi di un ingranaggio più grande che è la storia, la fitta trama di relazioni ed eventi che corre verso lo scoperta della verità.
 
Ass.Cult. Teatro dell’Albero - (MI)
Frammenti divini di un viaggio in Inferno

con Mario Barzaghi
regia Alberto Grilli
luci Marcello D’Agostino
Un attore, solo, emerge dal buio dello spazio teatrale: si accinge ad affrontare un viaggio arduo, doloroso, titanico, senza appigli né aiuto; un’avventura scandita dalla potenza evocativa e visionaria dei primi otto canti dell’Inferno dantesco.
Dietro la staticità del corpo e il tono pacato della voce narrante, si avvertono come un leggero fremito e un’energia trattenuta e consapevole della difficoltà dell’impresa. Con autenticità si racconta al pubblico la storia di un uomo che cerca in solitudine, di un viandante che si mette alla prova attraversando luoghi bui e paurosi: una storia molto simile a quella tormentata del grande Antonin Artaud, ma anche, per certi aspetti, a quella personale dello stesso attore.
Mario Barzaghi, dopo un lunghissimo sodalizio con il Teatro Tascabile di Bergamo, ha iniziato da alcuni anni un percorso artistico autonomo, che l’ha portato a collaborare con varie realtà italiane e straniere e a confrontarsi con generi teatrali talvolta diversi rispetto alla sua formazione originaria.
Frammenti divini è, appunto, il frutto di una contaminazione riuscita con l’esperienza accumulata durante il lungo apprendistato presso alcuni tra i principali maestri del teatro contemporaneo occidentale e orientale.
 
Compagnia Scimone Sframeli - (ME)
Nunzio

di Spiro Scimone
con Francesco Sfarmeli e Spiro Scimone
scene Sergio Tramonti
regia Carlo Cecchi
Nunzio e Pino, due meridionali emigrati per motivi di lavoro (Nunzio è operaio in una fabbrica di prodotti chimici, Pino è un killer), vivono in un modesto appartamento di una città del Nord. L’azione, che si svolge nell’arco di una sola giornata, descrive il momento in cui Pino dopo un omicidio, tornando a casa scopre che Nunzio ha seri problemi di salute. Nasce tra i due un dialogo caratterizzato dal senso di solitudine, di emarginazione, di amicizia e dal desiderio di ribellione.
Il linguaggio ricco e intenso, a volte crudo, se pur a tratti immerso in situazioni surreali che ricordano il teatro di Pinter, mette in risalto l’umanità che accomuna i due protagonisti.
 
Associazione Culturale Il Muro - (Augusta, SR)
Zio Ciano Dream

di e con Alessio Di Modica
ai pupazzi Corrado Portuesi
musiche Malacapra Quartet
Lo scazzubulo è un pesce furbo e intelligente, difficile da pescare; chi lo vede vuol dire che non è più un ragazzo ma è diventato uomo. Questa è la storia di Ciano, unico figlio del pescatore più esperto del villaggio. Da piccolo non vede l’ora di partire per la pesca dei merluzzi ma, crescendo, il maltempo, la vita dura, le storie paurose degli adulti e infine l’uso del primo motore, gli mettono addosso un malessere che diventa mal di mare. Ciano “nun è bonu”, grande è la vergogna del padre e due sono le soluzioni, farlo monaco o mandarlo al mercato a “vanniare” per vendere il pesce ed espiare la colpa di non essere buon pescatore.
Attraverso il cunto, la clownerie e il teatro di figura si racconta la storia degli ultimi pescatori e, con loro, miti e leggende del paese in un paesaggio in rapida trasformazione. Il cunto è il filo conduttore dello spettacolo, il clown lo accompagna e il teatro di figura lo attraversa con le immagini che erano capaci di immaginare solo i bambini quando non c’era ancora la tv.
 
Theatre En Vol - (Sassari)
Lassù le ali non hanno ruggine

di Puccio Savioli
con Puccio Savioli e Michèle Kramers
«Noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni» ed il sogno del professor Rotella è volare. Il desiderio di volare con le proprie forze, che animò Icaro, Leonardo da Vinci e tanti altri personaggi è all’origine dello spettacolo, in cui la melanconica signorina Margareta Radomski introduce gli spettatori alla conoscenza del bislacco maestro Rotella e del suo improbabile museo popolato da ferrose creature incapaci di spiccare il volo. Vengono presentate le invenzioni di Rotella dai nomi improponibili quanto il loro funzionamento: il Policiclo, il Suonolucisauro, il rutilante Ferricottero, Sensazione di volo, l’impeccabile Cerimoniere e Aggiavulà. Lo spettacolo si fa interprete di una riflessione agrodolce sugli effetti del progresso, attraverso l’incontro-scontro tra Rotella, che crede ciecamente nelle più astruse tecnologie, e Margareta Radomski, che racconta la sua esperienza di vittima di una catastrofe ambientale. L’installazione delle macchine volanti del professor Rotella costituisce, d’altra parte, un’opera d’arte a sé stante: di giorno è possibile ammirare le macchine come sculture fantastiche, di notte, esse si animano durante lo spettacolo.
 
Etta Scollo - (Berlino)
Puisia

con Trio d’archi Ottava Nota
Un concerto poetico-musicale dedicato alla poesia siciliana, che muove dagli autori arabo-siculi del medioevo fino ai poeti contemporanei, da Ibn Hamdis a Buttitta. L’evento mette in risalto le figure storiche della tradizione siciliana anche attraverso il filtro dell’arte di Rosa Balistreri, unica interprete femminile del nostro recente passato e cantatrice delle poesie di Buttitta, per arrivare fino ai nostri giorni nei versi di poeti contemporanei come Ignazio Burgaretta e Biagio Guerrera, e ritornare infine agli arabi di Sicilia con alcune rivisitazioni delle loro poesie da parte di poeti contemporanei.
Etta Scollo si esibirà insieme al trio d’archi Ottava Nota, raffinata formazione palermitana composta da
Marcello Enna (violino), Paolo Giacchino (viola), Daniela Santamaura (violoncello), Aurelio Fragapane (fisarmonica).
 
Fratelli Mancuso - (Città della Pieve, PG)
Il canto dell’anima

Nelle voci penetranti di Enzo e Lorenzo Mancuso si avverte il respiro solenne della storia con gli innumerevoli intrecci ed avvicendamenti culturali che hanno avuto come teatro la Sicilia. Attraverso di loro si rinnovano le fatiche, le miserie, l’eroismo, la creatività di gente orgogliosa della propria terra. Le canzoni dei Fratelli Mancuso parlano di antiche tensioni e presenti indignazioni civili, di ataviche oppressioni e dell’eterno desiderio di libertà sulle rotte del nostro mare, il Mediterraneo.
 
Alfredo e Letizia Anelli - (PA)
Testi sacri, cunti e novene

I fratelli Anelli, cantanti folk palermitani, sono “figli d’arte”, musicisti, ricercatori ed autori. Alla Macchina dei Sogni proporranno il tema dei canti sacri di Sicilia ed in particolare i canti degli orbi (Triunfi, Miraculi e Novene). Alfredo può essere considerato l’ultimo erede dei cantori di testi sacri, dei canti devozionali degli ultimi suonatori di Triunfi, (Fortunato Giordano, Salvatore Rizzo, Giovanni Pennisi, Giuseppe Maligno), dai quali ha appreso, oltre che i testi, le antiche tecniche di esecuzione vocale e musicale, diventando loro continuatore.
In questa occasione, Alfredo e Letizia Anelli, saranno accompagnati da Giuseppe Cusumano (violino) e Agostino Comito (chitarra classica e mandolino).
 
Nino Busacca - (Paternò, CT)
Passa la notti e veni la matina…

Una sedia, il cartellone, la chitarra: erano questi, e lo sono ancora, gli strumenti del mestiere di Nino Busacca, rappresentante di una famiglia di cantastorie attiva dagli anni ’50. Bracciante agricolo, Nino fu trascinato nell’avventura artistica dal fratello Ciccio Busacca, il più famoso dei cantastorie siciliani, che con la sua calda voce cantava i versi di Ignazio Buttitta. Nino, che collaborava con il fratello nell’elaborazione dei testi poetici alla base della cultura popolare siciliana, vanta anche due partecipazioni cinematografiche sotto la regia di Pasquale Scimeca (Un sogno perso e Il giorno di San Sebastiano). Oggi, viaggiando verso gli ottan’anni, canta ancora i versi dei poeti popolari siciliani nella convinzione che, nell’era della globalizzazione, ci sia ancora bisogno dell’umanità dei cantastorie.
 
La Notte dei Racconti
Cuntista Mimmo Cuticchio
Narratori Mario Barzaghi, Giuliano Scabia, Alessio Di Modica, Yousif Latif Jaralla, Sergio Diotti, Silvia Martorana, Rosalba Genovese, Giacomo Guarneri, Linda Di Giacomo, Flavia D’Aiello, Chiara Falcone, Giovanni Guarino, Alberto Nicolino

 
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